Diario di un clandestino – Miguel Bonasso

Fine anni novanta. Dopo il suo lungo esilio europeo e messicano, Miguel Bonasso ha ricominciato a vivere e lavora come giornalista, ma la paura degli anni bui della clandestinità lo visita di notte, negli incubi. Insieme alla figlia e al genero, ha l’opportunità di rovistare tra gli oggetti che popolavano i suoi rifugi messicani dell’esilio e “gli archivi della lotta della speranza e del terrore” conservati da un amico a Città del Messico. Tra documenti ingialliti, vecchie agende e passaporti falsi impiegati per uscire dall’Argentina nell’aprile 1917, dal doppiofondo di una vecchia valigia emerge “il diario” con gli appunti caotici presi nell’arco del decennio cruciale degli anni settanta: i dieci anni in cui Bonasso militò nei Montoneros, dall’arruolamento alla rottura. Da questa “memoria del sottosuolo” l’autore recupera la quotidianità di quegli anni, “l’aroma della giovinezza perduta, gli aneddoti sublimi e quelli ridicoli, la tragedia e la commedia, l’intimità e le gesta”.

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